martedì 20 ottobre 2009

BOTTIGILA (Monologo)

Ah, cosa ho in testa…. E chi lo sa, oramai. Merda, nient’altro. E questo brandy che mi scende nelle vene. Meraviglioso, caldo brandy, che ti guardo e mi sei amico, capace di riempirmi come nient’altro, come nessuno, nessuna qui.

Sì, ancora, ancora il velluto dorato del tuo corpo, a bruciare un poco i peccati nella mia bocca.
Sai essere suadente e pungente, ma me mi lasci libero, mi lasci appagato e distante miglia e miglia dalla mia ansia, che altrimenti mi rode l’anima, me la sbrindella e…. E non esiste più, dopo un po’; annientata da questo cancro.

La mia anima svanisce, dietro le mascelle di questo demone, che avrà gli occhi della soddisfazione, della cupidigia soddisfatta.

La mia ansia, cosa l’alimenta, cosa la cagiona, un viaggio dentro me stesso non basterebbe; una esplorazione decennale nelle foreste del mio io, il mescolarmi coi miei mostri, per riuscir loro amico, inoffensivo, e per carpirne così i segreti, gli umori… niente servirebbe.

Ci sono stato lì dentro, a lungo, ho percorso sentieri sconosciuti e valicato passi segreti, per giungere in nessun luogo. Ho scalato picchi e cuspidi di autoglorificazione inenarrabili, sono disceso negli abissi della nolontà, della depressione profonda, da cui non è prevista uscita, per non trovarvi un bel niente, un seme di quel che ha luogo, in quel profondo, che giustifichi questo sconquasso, questo vuoto.

Sì, ho cercato, e che credete?! Mi sono messo a faccia a terra, scandagliato con l’orecchio; ho trattenuto il respiro fino a farmi scoppiare i polmoni per sentire anche il minimo suono, il più piccolo rumore. Ho strizzato i miei occhi miopi oltre misura, per cogliere un chiarore lontano, una stella, qualcosa che mi permettesse di capire.

Ma il mio destino mi insegue anno dopo anno, settimana dopo settimana, per raccontarmi che la mia ricerca, il mio nocciolo da individuare, la mia scintilla... semplicemente non ci sono, non esistono.
Quante volte l’ho intravisto questo destino, quante volte mi sono accorto che cercavo giustificazioni inesistenti, giustificazioni al mio malessere.

Eppure sono sempre riuscito a nasconderlo un po’, ad offuscare la mia vista, grazie a luci accese per l’occasione, illusioni scintillanti, parole sentite dire di me ed amplificate, oltre misura, fino a farne le testimoni di una vera grandezza, le cugine povere di qualcosa che non si riesce nemmeno a dire.

Troppe volte nei miei andirivieni dentro e fuori di me ho scoperto che non c’era niente da trovare, che la terra promessa era brulla, arida, incapace di nutrire me stesso... figuriamoci qualcun altro.

Ora mi è chiaro, brandy mio: il mio corpo è la tua bottiglia, è perfettamente vuoto per poter contenere te, con sublime dedizione alla propria funzione, quella di dare albergo a questo liquido divino, il corpo tuo, o dolce, dolce brandy.

Ho dovuto svuotarmi di tutto, prima, eliminare ogni residuo di me, di volontà, di capacità di vivere. Ho dovuto piegare gli angoli dei miei occhi verso il basso, per far sì che qui il tutto potesse essere degno di accoglierti, solvente di umori, annacquatore di paturnie.

Ahhhhhhhhh……. , mio brandy. Resta ancora un sorso. La bottiglia è quasi vuota. E perché lasciare incompleta un’opera (tracanna)? Sipario chiude.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...leggere le tue parole e so che tono di voce , che colore, che timbro avresti se l'avessi letta tu, la mente vola a ricordi mai sopiti....

Gaetano il Bibliotecario ha detto...

ricordi mai sopiti.... Insomma ci conosciamo?
Ciao.

Anonimo ha detto...

...siamo degli stessi anni dela gioventù illuminata da una accecante luce di ambizioni e desideri...sogni a voce alta..e fascino dei numeri..come delle lettere...non arrovelarti se ti fa piacere..

Gaetano il Bibliotecario ha detto...

Non mi arrovello, ma oggi mi sono stupito.
L'acqua scorre nostro malgrado sul greto del fiume; inutile spingerla con il palmo della mano.

Anonimo ha detto...

..che vuol dire : lascia tutto al destino..o al caso...ma non era per destino o per caso..che trovassi te ? ..certo noi ne siamo artefici...ed un pò lo guidato il destino o il caso....Non stupirti e bevi di quella fresca acqua...come ne bevo io lggendo i tuoi pensieri...

Gaetano il Bibliotecario ha detto...

ok

Anonimo ha detto...

adorabilmente lapidario come sempre...

Gaetano il Bibliotecario ha detto...

Toc toc, ci sei sempre?